Premessa

Il blog può contenere diversi erori [di ortografia è non], non sono stati volutamente coretti poiché la perfezione è ritenuta dagli autori decisamente noiosa, d'altronde si può esere perfetti in un modo solo mentre l'imperfezione lascia più spazio alla creatività.

sabato 4 agosto 2012

Bandiere, Repubbliche, Botti e Gomene

La nostra marina adopera una bandiera con al centro un ulteriore stemma, ciò è dovuto al fatto che in origine la bandiera navale messicana non aveva lo stemma dell'aquila; senza il quale le differenze trai vessilli risiedevano nel fatto che quella italiana adopera sfumature di verde e rosso più chiare ed i rapporti dei due lati della bandiera sono differenti: 4/7 per la messicana, 2/3 per quella italiana, distinzioni difficili da notare, soprattutto in mare. Entrambe le bandire adoperarono quindi stemmi aggiuntivi differenti.
Lo stemma italiano, riporta i quattro stemmi delle Repubbliche marinare (in senso antiorario si ha: il leone di Venezia, le croci di Genova, Pisa, Amalfi).
A tale lista mancano però, per motivi assolutamente imponderabili, altre importanti Repubbliche quali ad esempio quella di Ragusa (oggi Dubrovnik) o quella di Ancona. Quest'ultima ebbe una vita di circa cinque secoli (XI, XVI) con momenti di raro splendore.
Secondo quanto riporta Boncompagno da Signa nel suo Liber de obsidione Anconae, infatti, nel 1174 Federico Barbarossa inviò nella città l'arcivescovo Cristiano di Magonza per conquistarla, poiché ancora fedele all'Impero Bizantino, a tale campagna si unì la Repubblica di Venezia sperando di liberarsi così d'una concorrente nei suoi commerci.
Dopo un lungo assedio, qundo ormai la città era a corto di viveri, la giovane Stamira riuscì a dar fuoco ad una botte, incendiando così le macchine d'assedio imperiali e permettendo ad alcuni cittadini di uscire per far rifornimetno di cibo ed andare a chiedere aiuto agl'alleati nelle Romagne. Restava però il blocco navale imposto dalla Serenissima, ma di questo si occupò il sacerdote Giovanni di Chio che, durante una burrasca, si gettò in mare riuscendo a tranciare gli ormeggi dell'ammiraglia veneta la quale cozzando coll'altre navi distrusse buona parte della flotta nemica. In tal modo per la terza volta in circa mezzo secolo (nel 1137 già Lotario aveva provato ad annettere la Repubblica e nel 1167 lo stesso Barbarossa) Ancona riuscì a mantenere la propria indipendenza.

Nessun commento:

Posta un commento