Premessa

Il blog può contenere diversi erori [di ortografia è non], non sono stati volutamente coretti poiché la perfezione è ritenuta dagli autori decisamente noiosa, d'altronde si può esere perfetti in un modo solo mentre l'imperfezione lascia più spazio alla creatività.

sabato 26 gennaio 2013

Quattro bastano, di naso ne ho uno!

Secondo quanto riportato da Cipolla in Storia economica dell'Europa pre-industriale, Enrico IV re di Francia aveva quattro fazzoletti e questo per l'epoca era considerato un numero ragguardevole. Mentre Luigi XIV, nipote di Enrico, fu il primo, ad avere un elevato numero di fazzoletti.

Tra l'altro fu proprio Enrico IV (primo Borbone re di Francia) a decidere che tutti i suoi discendenti si chiamassero Luigi in onore di San Luigi IX (fu grazie alla parentela con quest'ultimo che arrivò al trono). Infatti gli succedette il figlio Luigi XIII, quindi Luigi XIV (figlio del XIII), questi ebbe come figlio Luigi, detto il Gran Delfino il quale morì prima di essere incoronato ma ebbe come figlio Luigi anch'esso però morì prematuramente ma suo figlio Luigi divenne il XV. Anche Luigi, figlio di Luigi XV morì in giovane età quindi il trono passò direttamente a suo figlio Luigi, poi XVI, al quale successe il figlio Luigi XVII, poi la rivoluzione ma dopo tornò Luigi XVIII, fratello del XVI. Toccò quindi a Carlo X fratello di Luigi XVI e con lui, in pratica, si estinse la linea dei Borboni di Francia; sarebbe stato meglio se si fosse chiamato Luigi XIX...

Ogni cosa al posto suo

Nel 1563 venne stampata a Venezia l'opera di Giovan Maria Bonardo La grandezza, larghezza e distanza di tutte le sfere celesti ridotte a nostre miglia. In quest'opera si trovano descrizioni dell'universo molto avanzate (per quei tempi); ad esempio: "Quelle cose, che vediamo nell'aria, che a noi paiono stelle con la coda lunga, non sono stelle, ma vapori accesi nell'aria, per la calidità della sfera del fuoco a modo di stella [...] e queste sono quelle cose, che addimandiamo Comete". Il concetto di universo risulta, però, un po' discostante da quello che abbiamo noi oggi e così si legge anche: "l'inferno è lontano 3758 miglia ed un quarto, il ciel empireo [...] dove felicissimamente i beati riposano [...] dista da noi 1.799.995.500 miglia".

Nel testo non è riportato quale tipo di miglio Bonardo usasse ma, molto probabilmente, questo era il miglio italiano o miglio geografico, pari a 1.851,851852 metri (avendone usato un altro le cose cambierebbero abbondantemente. Il concetto di miglio è difatti quantomeno labile e va dai 1.067 m del miglio russo agli 11.295 m di quello norvegese).

Oscar, ovvero il feroce dandy

Il famoso poeta irlandese Oscar Fingal O'Flahertie Wills Wilde aveva degl'avi, stando a quanto riporta James Joyce, davvero poco raccomandabili:
O'Flahertie, truce tribù irlandese il cui destino era di assalire le porte  di città medievali, ed il cui nome, incutendo terrore ai pacifici, si recita tuttora in calce all'antica litania dei santi fra le pesti, l'ira di Dio e lo spirito di fornicazione " dai feroci O'Flahertie, libera nos Domine".

Da un articolo di James Joyce del 24 marzo 1909 scritto (in italiano) sul Piccolo della Sera di Trieste.

martedì 15 gennaio 2013

Il mio nome è Ban, Bangkok...

Avevamo già accennato a luoghi con nomi eccessivamente lunghi (Qui), tuttavia c'è bisogno di una rettifica. Infatti il titolo di toponimo più lungo al mondo spetta alla città  thailandese di กรุงเทพมหานคร อมรรัตนโกสินทร์ มหินทรายุธยามหาดิลกภพ นพรัตน์ราชธานี บุรีรมย์อุดมราชนิเวศน์มหาสถาน อมรพิมานอวตารสถิต สักกะทัตติยะวิษณุกรรมประสิทธิ์, più comunemente nota come Bangkok.Il nome è una composizione di vocaboli in pāli e sanscrito e, secondo i metodi di romanizzazione di questi due linguaggi, può essere traslitterato come:
«Krung-dēvamahānagara amararatanakosindra mahindrayudhyā mahātilakabhava navaratanarājadhānī purīramya utamarājanivēsana mahāsthāna amaravimāna avatārasthitya shakrasdattiya vishnukarmaprasiddhi»
che significa:
«Città degli angeli, la grande città, la città della gioia eterna, la città impenetrabile del dio Indra, la magnifica capitale del mondo dotata di gemme preziose, la città felice, che abbonda nel colossale Palazzo Reale, il quale è simile alla casa divina dove regnano gli dei reincarnati, una città benedetta da Indra e costruita per Vishnukam»
Tale nome venne coniato, nel XVIII secolo, dal sovrano siamese Buddha Yodfa Chulaloke (Rama I, 1737-1809) e successivamente modificato da re Rama IV Mongkut (1804-1868), ad oggi questo nome ha una valenza prettamente cerimoniale. 

lunedì 7 gennaio 2013

Non facciamoci prendere dal panico con questa storia della legalità...

L'articolo 39 della Costituzione della Repubblica, prescrive per i sindacati l'obbligo di registrazione presso i pubblici uffici, passando così dallo stato di associazioni di fatto, a quello di associazioni dotate di personalità giuridica, consentendogli così di stipulare contratti collettivi di lavoro. Peccato che il dettato costituzionale sia rimasto inattuato. I sindacati, diffidando di ogni forma di controllo dei poteri statali, hanno difatto impedito alla legge che recepiva il dettato costituzionale di essere approvata; conseguentemente sono, ancora oggi, associazioni non riconosciute.

Dal Manuale di Istituzioni di Diritto Pubblico, Caretti - De Siervo.

Il nonno dei Lego

Nel 1471 João de Santarém e Pêro Escobar riuscirono a doppiare il capo delle tre quote ed a stabilire basi per il commercio di oro nel villaggio di Sama. Per poter difendere l'enclave commerciale dai nativi si decise di costruire delle fortificazioni ma non potendosi spingere nell'entroterra per cercare i materiali da costruzione proprio per gl'attacchi dei nativi si decise di costruire la fortezza in Portogallo, smontarla, caricarla su navi e ricostruirla in loco.

Da Storia economica dell'Europa preindustriale di Carlo Cipolla.

Altro che evasori fiscali!

Il Royal Yacht Squadron (Regia squadra di panfili, fondato nel 1815 e "reale" dal '20) è il più antico e prestigioso circolo nautico del Regno Unito, tant'è che la direttrice è la regina Elisabetta II ed il Commodoro il principe Filippo. I soci (con navi da non meno di 10 tonnellate) sono considerati "riserva di guerra" (ed in effetti nel 1940 andarono a soccorrere la flotta inglese a Dunquerque), a tal fine non pagano le tasse sul battello ed inoltre possono esporre la White Ensign (in figura, normalmente riservata alla marina militare) in vece della Red Ensign (in uso nella marina civile, dove i tre cantoni bianchi sono appunto rossi), mentre i marinai firmavano all'ingaggio una convenzione dove si riconosceva "la sana necessità della frusta in certi casi".
Le condizioni di ammissione composte di 68 articoli in 47 pagine, si possono così riassumere, secondo Anthony Hecktall-Smith:
- Essere uno yachtman consumato.
- Essere ben nato.
- Essere di buona compagnia.
- Essere abbastanza padrone di sé per ubriacarsi senza diventare sgradevole o,  in caso diverso, per andare a letto.

Da Snobissimo di Pierre Daninos.

Un gentiluomo ne sa sempre abbastanza...

Ancora nel XIX secolo l'università di Oxford aveva delle usanze alquanto peculiari: ai nobili (distinguibili dalle frange d'oro o d'argento sui tocchi) era concesso il lusso di calpestare le aiole dell'ateneo, potevano bere vino a tavola (gli altri lo potevano fare solo nelle proprie stanze) ma soprattutto si potevano laureare dopo appena due anni (contro i sette della gente comune) e senza l'obbligo di sostenere esami!

Non è un caso, quindi, che il termine "snob" sia nato proprio ad Oxford; tale parola in un dialetto inglese significa "ciabattino", grazioso appellativo col quale gli studenti paganti (da non confondere coi "mangiapane") identificavano le persone fuori posto (mentre è falsa l'opinione secondo cui deriverebbe da un'abbreviazione della locuzione latina s(ine) nob(ilitate), senza nobiltà; persone ovviamente fuori posto per definizione).

Da Il libro degli snob di William Makepeace Thackeray e dal Vocabolario Treccani.

Sviste

Abel Janszoon Tasman fu un navigatore e cartografo olandese del XVII secolo. Nel 1642 fu messo a capo d'una spedizione col compito di esplorare i mari australi; il 24 novembre di quell'anno scoprì la Tasmania (così chiamata proprio in suo onore), il 13 dicembre avvistò la Nuova Zelanda e ritenendo questa terra unita all'Argentina si diresse verso occidente passando il 21 gennaio 1643 per Tonga e poi per le Isole Figi. In tutto questo viaggio non s'accorse di un dettaglio, noto oggi come... Australia! Isola che fu da lui costeggiata in un successivo viaggio nel 1644.

Da The Voyages of Abel Janszoon Tasman di Andrew Sharp.