Premessa

Il blog può contenere diversi erori [di ortografia è non], non sono stati volutamente coretti poiché la perfezione è ritenuta dagli autori decisamente noiosa, d'altronde si può esere perfetti in un modo solo mentre l'imperfezione lascia più spazio alla creatività.

sabato 26 gennaio 2013

Ogni cosa al posto suo

Nel 1563 venne stampata a Venezia l'opera di Giovan Maria Bonardo La grandezza, larghezza e distanza di tutte le sfere celesti ridotte a nostre miglia. In quest'opera si trovano descrizioni dell'universo molto avanzate (per quei tempi); ad esempio: "Quelle cose, che vediamo nell'aria, che a noi paiono stelle con la coda lunga, non sono stelle, ma vapori accesi nell'aria, per la calidità della sfera del fuoco a modo di stella [...] e queste sono quelle cose, che addimandiamo Comete". Il concetto di universo risulta, però, un po' discostante da quello che abbiamo noi oggi e così si legge anche: "l'inferno è lontano 3758 miglia ed un quarto, il ciel empireo [...] dove felicissimamente i beati riposano [...] dista da noi 1.799.995.500 miglia".

Nel testo non è riportato quale tipo di miglio Bonardo usasse ma, molto probabilmente, questo era il miglio italiano o miglio geografico, pari a 1.851,851852 metri (avendone usato un altro le cose cambierebbero abbondantemente. Il concetto di miglio è difatti quantomeno labile e va dai 1.067 m del miglio russo agli 11.295 m di quello norvegese).

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