Premessa

Il blog può contenere diversi erori [di ortografia è non], non sono stati volutamente coretti poiché la perfezione è ritenuta dagli autori decisamente noiosa, d'altronde si può esere perfetti in un modo solo mentre l'imperfezione lascia più spazio alla creatività.

sabato 27 agosto 2011

Per la malaria fa bene... ma col gin è tutta un'altra cosa!

Nel 1630 Donna Francisca Henriques de Rivera conetessa di Cinchòn, moglie del viceré del Perù s'ammalò di malaria. Per curalra i medici usarono una pianta locale: la Cinchona (l'assurdo nome deriva appunto dalla gentildonna) dalla quale s'estrae la china. Visti gli ottimi risultati ottenuti, fra il 1640 ed il '50 il padre gesuita Bartolomé Tafur portò tale corteccia a Roma dove nel 1655 s'ebbe il primo conclave senza decessi per malaria. Nonostante gli ottimi risultati della "polvere dei gesuiti" nel Regno Unito tale rimedio era visto con diffidenza, al punto che nel 1658 per non farsi curare con i rimedi dei papisti Oliver Cromwell morì di malaria.
Col tempo, però, perfino gli inglesi si resero conto della bontà di tale rimedio, tanto che nelle colonie africane ed asiatiche si prese come abitudine, dal XIX secolo, di bere chinina come precauzione profilattica. L'estratto di chinina (l'acqua tonica) restava però molto amaro e per stemperare venne diluito con alcolici; nacque così l'abitudine serale del Gin and tonic.

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